Dal 12 giugno 2015 quando la Francia ha chiuso le frontiere ai migranti non regolari, Ventimiglia è diventata uno dei nodi della questione migratoria europea.


Nel 2015 si sono attivati per rispondere ai bisogni primari dei migranti in transito la Caritas locale rispetto a distribuzione di cibo, la Croce Rossa Italiana rispetto ad accoglienza notturna e cibo dietro identificazione di chi era ospite del suo campo vicino alla stazione di Ventimiglia; hanno risposto ai bisogni primari e sono stati attivi nella rivendicazione del diritto della libera circolazione delle persone in Europa molti giovani riunitisi attorno alla protesta dei migranti saliti sulle rocce dei cosiddetti “Balzi Rossi” alla frontiera bassa San Lodovico tra Ventimiglia e Mentone. Il campo detto “Presidio Permanente No Borders”, nato intorno al 18 – 20 giugno 2015, è stato smantellato con la forza il 30 settembre 2015. Nell’estate 2015 l’Associazione “Popoli in Arte” ha cominciato a seguire le vicende dei migranti, della frontiera e di quello che succedeva nella società civile locale a questo riguardo, avendo come scopo primario quello di riuscire a radunare più gruppi, singoli, istituzioni possibili intorno alla questione, percepita immediatamente come “storica”. Il dialogo è apparso da subito molto difficile: la nostra Associazione ha registrato un sostanziale non interesse delle Associazioni/ Istituzioni locali nel 2015 ad assumere la situazione di Ventimiglia come una situazione politica. L’unico ambito di ragionamento pubblico è stato quello umanitario …


Il 2016 è stato l’anno dell’arrivo delle grandi ong a Ventimiglia, dopo un inverno in cui il numero dei migranti in città era andato da un minimo di 30 per strada e una settantina al campo della Croce Rossa nel febbraio 2016 ad un loro progressivo aumento dalla primavera. Dopo la visita dell’allora Ministro degli Interni Angelino Alfano nel maggio 2016, è stato chiuso il Campo della Croce Rossa vicino alla stazione dei treni. In poche settimane il numero degli arrivi è salito moltissimo con una media di circa 1000 persone dai primi di giugno 2016. La risposta è stata di nuovo umanitaria e, in questo solco, si è costituita l’esperienza del campo informale delle Gianchette presso la Chiesa di Sant’Antonio e il successivo campo governativo detto del Campo Roya gestito dalla Croce Rossa Italiana. A latere ci sono sempre stati altri interventi di singoli o piccoli gruppi a favore di coloro che rimanevano in strada a volte per scelta a volte per mancanza di posti al Campo della Croce Rossa. Il nostro tentativo è stato ancora lo stesso: radunare gruppi per poter sollevare la questione politica dietro ai fatti di cui si era testimoni. Progressivamente, la questione politica è diventata ancora più tabù rispetto ad un anno prima. Diversi No-Borders operanti nel 2016 sono stati colpiti da molteplici fogli di via da Ventimiglia; il tentativo di un Comitato locale detto Comitato Art. 2 ha funzionato solo per un supporto marginale all’esperienza del Campo Roya, non riuscendo a trovare una via per essere interlocutore politico con le Istituzioni.


Nell’estate 2016 in collaborazione e partenariato con la ong WeWorld di Milano abbiamo svolto un lavoro di ascolto dei bisogni dei migranti in transito: con i quattro operatori in strada che abbiamo potuto pagare siamo venuti alla conclusione che i migranti in transito avrebbero necessitato di assistenza legale legata ad avvocati, che avrebbero avuto bisogno di un supporto medico stabile; abbiamo, allora, chiaramente toccato con mano come l’attuale legislazione non garantisce un futuro per la più parte dei migranti in transito, lasciando parecchi di loro in un tempo di attesa rispetto alla loro sorte molto lungo e dall’esito incerto. Noi non abbiamo mai smesso di tenere aperto il dialogo con tutti gli attori del territorio, dal Comune a chi è rimasto operativo del Presidio Permanente No-Borders del 2015, dalla Croce Rossa ai volontari delle Gianchette con la testimonianza personale di due volontarie dell’Associazione. Dalla primavera 2017 a fine 2018 abbiamo collaborato con i giovani che, attraverso l’Associazione “Iris” di Bergamo, hanno aperto a Ventimiglia lo spazio “Eufemia”. Lo spazio “Eufemia” ha risposto ad un’altra necessità base dei migranti in transito, ossia quella della comunicazione. Nessuna ong o altra Istituzione aveva finora risposto a questo bisogno.


Nel luglio 2017 si è deciso di essere parte di “Eufemia”. Nello spazio “Eufemia” i migranti in transito hanno potuto ricaricare i loro cellulari, accedere alla Rete e avere consulenza legale. Lo spazio “Eufemia” ha dosato il supporto umanitario con un esplicito ragionamento politico sulla frontiera. Nel 2018 si è pure tentato di entrare in contatti con attivisti dei diritti umani presenti lungo le altre frontiere del Nord Italia, esperienza che ha dato luogo ad un incontro a Trento nel giugno 2018 con rappresentanti del confine di Como, del Brennero e di Gorizia e alcune presenze straniere (tedesche e austriache). Siamo sempre alla ricerca e nella disponibilità di ampliare il ragionamento e insieme avvertiamo forte il bisogno di stare in dialogo con lo specifico territorio del quartiere Gianchette – Roverino, sapendo che occorre inventare qualcosa di pratico e di inventarlo insieme con le persone di quel territorio, osando credere alla nascita di una nuova Europa fortemente multiculturale e solidale.